Molte organizzazioni stanno riscontando dei problemi, a diversi livelli: ci si chiede come mantenere motivati i collaboratori, come accrescere il loro senso di identificazione con l’azienda.

Probabilmente c’è un purpose, uno scopo: ci si chiede se valga la pena e in che modo rispolverare o ridefinire lo scopo originario dell’organizzazione e cioè quale impatto positivo si intende portare nel mondo.

Un’altra domanda è come rispondere ad una crescente richiesta di trasparenza delle operazioni, quale modello organizzativo e quale processo decisionale possano essere allo stesso tempo inclusivi ed efficaci.

Già, perché uno degli assunti più diffusi è che inclusività, partecipazione, collaborazione portino al caos e alla paralisi e che non ci siano pratiche, strutture e modelli che sappiano coniugare la creatività, la vitalità, la co-decisione con l’efficacia, la struttura, la chiarezza.

Ci sono organizzazioni che stanno cambiando il loro modo di pensare, di comunicare e di decidere. Questo non solo fa bene ai collaboratori e alla produttività dell’azienda, ma anche ai potenziali “nuovi talenti”, quei giovani in cerca di un lavoro che abbia un senso, che sia inclusivo e che abbia un impatto positivo sul mondo.

Le organizzazioni che “liberano” questo potenziale inespresso e aprono spazi di creatività ne percepiscono subito i vantaggi, nello spirito di team, nella motivazione, nell’agilità con la quale si raccolgono idee e si giunge a soluzioni sostenibili.

Le Liberating Structures sono un insieme di pratiche che aprono la strada della vitalità e dell’efficacia insieme.

Scopriamolo insieme

Giovedì 10 Settembre dalle 18 alle 20!