🎯 Come funziona Integrated Autonomy

Livello di difficoltà: Intermedio ★★☆ 

Durata: 90 minuti

Numero di partecipanti: gruppi di 4 persone

Scopo principale di Integrated Autonomy

Aiutare i gruppi a superare i conflitti “o questo o quello” per arrivare a soluzioni “sia questo che quello”, favorendo un pensiero strategico più acuto e una maggiore comprensione reciproca.

Situazioni ideali per Integrated Autonomy

  • Durante fusioni o acquisizioni aziendali, per bilanciare culture diverse.
  • Nella gestione di team distribuiti su più sedi.
  • Quando si devono armonizzare processi tra diverse divisioni.
  • Per risolvere conflitti tra esigenze global e necessità local.
  • Durante la definizione di policy aziendali che impattano più reparti.

Risultati attesi

  • Maggiore capacità di gestire la complessità organizzativa.
  • Sviluppo di competenze di pensiero sistemico.
  • Rafforzamento della fiducia tra livelli organizzativi diversi.
  • Maggiore comprensione reciproca tra sede centrale e unità locali.
  • Identificazione chiara delle aree dove standardizzare e dove personalizzare.
  • Aumento dell’efficienza senza sacrificare la flessibilità.

🙋 Domanda generativa

Formula base

  • “Come possiamo avere contemporaneamente maggiore integrazione e maggiore autonomia?”

Esempi concreti

  • “Quali sono i momenti in cui sentiamo maggiormente il conflitto tra controllo centrale e autonomia locale?”
  • “Come possiamo valorizzare sia l’identità comune che le specificità individuali?”
  • “Quali sono i valori comuni non negoziabili e quali quelli che possono essere personalizzati?”
  • “Quali paure o resistenze emergono quando pensiamo all’integrazione? E all’autonomia?”

🏖️ Preparazione di Integrated Autonomy

Setting

  • Workshop o riunione strutturata.
  • Disposizione: sedie per gruppi di 4 persone.

Materiali necessari

  • Worksheet “Integrated Autonomy” per ogni partecipante.
  • Versione grande del worksheet da appendere al muro.
  • Fogli per registrare attività e piani d’azione.

Le 3 aree del worksheet Integrated Autonomy

  1. Azioni per la standardizzazione
    • quali iniziative favoriscono l’integrazione?
    • quali processi vanno uniformati?
    • quali elementi richiedono un controllo centrale?
  2. Azioni che potenziano entrambi gli aspetti
    • zona centrale per le soluzioni “sia-sia”.
    • iniziative che bilanciano standardizzazione e personalizzazione.
    • spazio per le innovazioni più creative.
  3. Azioni per l’autonomia
    • quali attività richiedono personalizzazione?
    • quali sono le iniziative locali che non vanno perse?
    • quali elementi beneficiano di maggiore libertà?

⏳ Tempi e fasi di Integrated Autonomy

  • [10 min] Introduzione e setup
    • presentare il paradosso centrale (es. integrazione vs autonomia).
    • distribuire i worksheet individuali.
    • formare gruppi di 4 persone.
    • spiegare il processo complessivo e gli obiettivi.
  • [15 min] Esplorazione individuale
    • chiedere ad ogni partecipante di identifica 3-4 attività chiave del proprio lavoro, analizzando gli aspetti dal punto di vista del paradosso scelto (integrazione/autonomia, standardizzazione/personalizzazione)
  • [15 min] Condivisione in coppie
    • condividere le proprie analisi.
    • identificare pattern comuni.
    • esplorare possibili soluzioni innovative.
  • [20 min] Analisi in gruppi da 4/6
    • ogni coppia presenta le proprie scoperte.
    • il gruppo identifica 2-3 aree dove l’integrazione è cruciale e 2-3 aree dove l’autonomia porta maggior valore.
    • il gruppo elabora proposte in grado di potenziare entrambi gli aspetti.
  • [20 min] Sintesi e piano d’azione
    • ogni gruppo presenta brevemente le proprie conclusioni.
    • in plenaria identifichiamo le azioni concrete da implementare in un prototipo.
    • definiamo i primi passi e le responsabilità.
  • [10 min] Chiusura e follow-up
    • riassumere gli impegni presi.
    • concordare date di verifica.
    • pianificare momenti di revisione e adattamento.

💥 Consigli pratici ed errori da evitare con Integrated Autonomy

Best practice

  • Formulare domande bilanciate che stimolino curiosità.
  • Proporre esempi concreti dal campo.

Errori da evitare

  • Non svalutare un lato della questione.
  • Non cercare soluzioni rapide.
  • Non lasciare invisibile la tensione creativa tra centrale e locale.

Gestione criticità

Se il gruppo si blocca, invitare i partecipanti a “indossare il cappello” della parte opposta e argomentare dal punto di vista contrario.